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I due vasi - una storia sull'essere "imperfetti"

Spesso pensiamo di dover tendere alla perfezione e ci sforziamo disperatamente di essere o sembrare perfetti, ma siamo davvero sicuri che in realtà non siano le nostre imperfezioni a renderci così meravigliosamente "perfetti"?

Vi racconto oggi la storia zen dei due vasi...

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"Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all’estremità di un palo che lei portava sulle spalle. Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto, ed era sempre pieno d’acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d’acqua.

Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.

Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: “Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l’acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa”.

La vecchia sorrise: “Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell’altro vaso? Io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi. Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”. Ognuno di noi ha il proprio specifico difetto. Ma sono la crepa e il difetto che ognuno ha a far sì che la nostra convivenza sia interessante e gratificante. "


Rincorrere dei canoni di qualsiasi genere, bellezza, successo, magrezza spesso ci costringe a lavorare su obiettivi dettati dagli schemi della società in cui viviamo. Ma siamo davvero sicuri che quei canoni siano i nostri e che valga davvero la pena sforzarsi per raggiungerli?


La storia dei vasi ci invita a riflettere sulle nostre piccole imperfezioni che potrebbero sembrare ai nostri occhi delle mancanze, delle "rotture", dei difetti perchè filtrati negativamente dal nostro giudizio: proviamo a fermarci un attimo, fare due respiri e chiederci se è davvero così. La nostra univocità ed essenza potrebbe essere data proprio da qualche imperfezione.

Il non-giudizio, uno dei pilastri della mindfulness, ci invita ad osservare senza necessariamente far nascere un giudizio rispetto a quello che vediamo. I pregiudizi sulla perfezione o sull'imperfezione potrebbero essere degli inganni che ci portano a lavorare per ottenere qualcosa che magari non è ciò che desideriamo.


Possiamo invece imparare ad amare quelle nostre imperfezioni rendendole dei meravigliosi punti di forza per far fiorire, giorno dopo giorno, quello che ci circonda!



 
 
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